estratto da Il seme magico
racconto per bambini
... Ad un certo punto inciampò in qualcosa: per terra c’era un grosso seme, grosso
come Fiorenzo non aveva mai visto. Era uno strano seme giallo, anzi marrone, no
rosso…insomma, color seme! Ed era tondo, anzi cubico, cioè piatto…insomma, a
forma di seme! Una cosa era certa: era molto, molto grande. Fiorenzo non lo sapeva e
forse non lo saprà mai, ma quel seme l’aveva lasciato il pifferaio magico quando si
era reso conto di essere stato coinvolto in un azione malvagia e disonesta. Così, un
po’ per lavarsi la coscienza, un po’ perché a lui Fiorenzo stava simpatico, mentre
suonava aveva fatto cadere di nascosto quel seme per terra.
Manco a dirlo, era un seme magico, di quelli che si trovano solo nel paese dei pifferai
magici. Fiorenzo lo raccolse, lo guardò incuriosito, poi scavò una buca e lo piantò,
visto che ormai era l’unico vegetale che gli restava.
Incominciò presto ad affezionarsi a quel seme e lo innaffiava tutti i giorni con molto
amore.
Dopo qualche giorno la terra formò un mucchietto e dopo qualche giorno ancora dal
mucchietto spuntò una piccola pianticella. Fiorenzo era emozionato e curioso al
tempo stesso. Non vedeva l’ora di vedere crescere la pianticella per scoprire che ne
sarebbe venuto fuori.
Da quando era spuntato il germoglio nel frutteto succedevano strane cose: a tratti si
sentiva una musica lontana, dolce e deliziosa. Fiorenzo non riusciva a individuarne la
provenienza e appena ci si concentrava sopra, la musica spariva. Era una musica
piccola piccola, che si insinuava nella mente occupata da altri pensieri: appena gli
altri pensieri sparivano, spariva anche lei e non si capiva mai se era vera o se
apparteneva ad un sogno o ad un ricordo. Insomma era una specie di discreto
sottofondo nella mente di Fiorenzo, ma inafferabile e imprevedibile...
Così passarono le giornate finché in un bel giorno di primavera, Fiorenzo notò delle
gemme sui rametti già robusti della pianticella. Si mise ad osservare attentamente e
sotto i suoi occhi stupiti, lentamente, le gemme si schiusero e fecero capolino due
foglioline luccicanti e sottilissime mentre nell’aria si diffondeva la solita musichina.
Solo allora Fiorenzo capì che proveniva dalla piantina: il seme magico aveva
generato una pianta musicale!
Al colmo dell’ eccitazione Fiorenzo, che non aveva mai più cantato da quando i suoi
alberi erano spariti, incominciò a cantare a squarciagola. E il suo canto fu meglio di
qualsiasi concime per la pinaticella che cominciò a crescere a vista d’occhio. Le
foglie si moltiplicarono e continuavano a tintinnare melodiosamente; il tronco
diventò forte e robusto; dopo un po’ spuntarono perfino dei frutti che suonavano a
ritmo di samba. Fra i suoni dell’ albero e il canto di Fiorenzo c’era una perfetta
armonia e la musica iniziò a diffondersi fino a raggiungere le foglie degli alberi di
Fiorenzo che erano finiti in mezzo a quelli di Sfruttato. E più Fiorenzo cantava, più
l’albero suonava, più gli altri alberi si agitavano. Piano piano la danza incominciò e
tutti gli alberi, compresi quelli di Sfruttato, presero a muoversi verso il frutteto di
Fiorenzo, sfilando davanti al cattivone stupefatto ed incapace di fermarli .....