estratto da La dieta
racconto breve
Decise di mettersi a dieta. Le aveva evitate per tutta la vita, adesso era
giunto il momento. La panza debordava, l’affanno aumentava, i vestiti non
si chiudevano, allacciarsi le scarpe e tagliarsi le unghie dei piedi era
diventata un’impresa non da poco.
Sì, doveva mettersi a dieta, s-c-i-e-n-t-i-f-i-c-a-m-e-n-t-e.
Scelse accuratamente una dietologa nota e costosa. Era bella, giovane,
truccatissima, ovviamente magra, con le tette un pò più su del normale,
ondeggiava su tacchi altissimi e parlava come un libro stampato: in un
parola, perfetta!
La inchiodò sulla sedia affascinandola con formule misteriose e magiche
stimolazioni da agopuntura, asserendo delle banalità mostruose con gli
occhi spalancati e vistosi movimenti della testa dall’alto al basso, tipici di
chi gode della meraviglia delle parole che sta pronunciando.
Le diede da mangiare...praticamente nulla, solo ed esclusivamente
cadaveri ed esseri unicellulari, ma, specificò con un sorriso trionfante ed
indulgente al tempo stesso, “a volontà!”.
Le spiegò come, dopo averla accettata con un sorriso, sbriciolare una fetta
di torta di compleanno in modo da far credere di averla mangiata per metà
(non curandosi minimamente di dettagli tipo l’inevitabile sbavare sulla
suddetta torta e il conseguente effetto masticato e sputato, non certo
lusinghiero per la padrona di casa).
Le proibì categoricamente di dire di essere a dieta: meglio mormorare
laconicamente “non mi sento bene”, paradossalmente preoccupa meno le
persone che ci circondano (ma che razza di gente frequenta ‘sta dietologa?
mah...).
Comunque era fatta. Si ritrovò per strada con in mano un mucchietto di
fogli con su stampate a chiare lettere le istruzioni dettagliate per la dieta e
perfino alcune ricette. Sfidando la pioggia, i carboidrati e gli zuccheri
arrivò a casa pronta ad affrontare stoicamente un periodo di sacrificio, ma
per un’otttima causa: la promessa di 12 chili in meno in 7 settimane.
stacchetto musicale:
E dopo una, due, tré, quattro, cinque, sei, sette settimaanee
E dopo una, due, tré, quattro, cinque, sei, sette settimaanee
E dopo una, due, tré, quattro, cinque, sei, sette settimaanee
il naviiglio riprese a navigaaar!
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....Speranzosa e fiduciosa salì sulla grande bilancia bianca che la splendida
dietologa le indicava ammiccando e...incredibile! pesava un chilo e 247
grammi in meno. Aveva perso un chilo e duecentoquarantasette grammi in
soli cinque giorni. Si sentì rifiorire e mentre si rivestiva, stordita dalle
mielose parole di elogio della dietologa, gettò uno sguardo fugace al suo
riflesso nel vetro della finestra di fronte a lei.
Agghiacciò.
Si avvicinò per vedere meglio, magari il vetro era un pò appannato.
No, era tirato a lucido, come del resto tutto il lindo studio della dietologa.
Si stropicciò gli occhi...si sa, la fame fa brutti scherzi.
Macchè, il suo riflesso non cambiava.
Incurante del blablabla della dietologa, ormai partito come un disco che
non si può fermare, cercò affannosamente uno specchio in quel maledetto
studio.
Lo trovò, in bagno.
Era vero.
Il riflesso, non lo specchio.
Era come se avesse ricevuto una sciabolata diagonale in pieno volto.
Le mancavano un’orecchio, uno zigomo, una guancia, parte delle labbra e
parte della mandibola. La mascella era intatta.
Aveva perso un chilo e duecentoquarantasette grammi di faccia.
Però la sfumatura alta le stava bene.
Tornò come una furia scatenata dalla dietologa che sembrava non essersi
accorta affatto della sua assenza e continuava a spiegare alla sedia vuota la
composizione chimica del corpo umano sottolineando particolarmente
l’alta percentuale d’acqua presente un pò dappertutto...